Phenomena di Sara Palmieri
C’è una grande confusione oggi su cosa sia arte e cosa sia la fotografia e non raramente si scambia per arte il concetto massificato e pericolosamente globalizzato del bello, un vero proprio stigma della cultura dominante dell’egemone di turno. L’arte non esclude il bello ma è una pratica che indaga la contemporaneità dal punto di vista dei cambiamenti sociali, economici, scientifici o politici impegnandosi nel contempo in una riflessione sui linguaggi e sulla possibilità o meno di utilizzare tecniche narrative. Pur rimanendo una definizione nebulosa per i più potete chiaramente vedere che non si fa nessuno accenno a quali siano gli strumenti di indagine artistica, una indagine che appunto prescinde dalla tecnica ma non dal pensiero progettuale e dal fare processuale.
Rigiro il libro di Sara Palmieri, Phenomena, fra le mie mani. È prezioso e raro, in un mondo di grande superficialità, di proclami veloci, di presunti artisti / fotografi qui abbiamo un piccolo gioiello fatto da chi ha deciso di praticare l’arte con il mezzo fotografico. Se da un lato abbiamo il corpo della fotografia con la stampa, il bianco e nero lo sfocato e l’evocazione dall’altro abbiamo un utilizzo del mezzo mai per fini descrittivi o documentari ma per provare a riflettere, sulla memoria, sulla visione e sulla vita.
Ci si allontana dalle strade più battute della fotografia documentaria e dello storytelling, che tanto hanno popolato e popolano il panorama della fotografia contemporanea, per riflettere sul percorso dell’arte dopo il 1960 con le esperienze della performance, dell’arte povera prima e del concettuale poi e l’avvento dei nuovi media oggi.
Con una poetica personale, con un sguardo discreto e profondo Sara Palmieri ci accompagna attraverso la sua ricerca suggerendoci possibili percorsi senza mai impedirci di gustare dal punto di vista estetico la sua produzione. L’artista traccia un sentiero che percorre un difficile sparti acque: il confine fra fotografia, arte e bellezza senza cadere nel dirupo del banale, del già visto e dell’arte derivativa o dell’edonismo del bello. Ovviamente non è un libro per tutti e richiede di ritagliarsi uno spazio di tempo per poterlo apprezzare nella sua interezza.
- Il rapporto, fra uomo e natura lo sfruttamento e l’assoggettazione alla violenza insita nella mania di controllo della razza umana, la difficoltà di vivere il qui ed ora in funzione di un futuro, di un altrove che senza le radici nel presente di questo mondo non può vivere - questi sono i temi che Sara Palmieri schiude con le sue immagini accompagnate dalle parole pesanti di Beatrice La Tella.
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