Vittore Buzzi

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A Period of Juvenile Prosperity di Mike Brodie

“Spero solo che mia madre sappia che sto bene qui fuori e che sto trovando qualcosa di vero, qualcosa di bello. Vorrei che potesse vederlo, che potesse capirlo.”

Un treno sbagliato, una macchina fotografica, una discesa sempre più veloce…. Ingredienti per un libro iconico.

A 17 anni, Mike Brodie sale sul suo primo treno a Pensacola, in Florida, vuole far visita ad un amico a Mobile, in Alabama.
Il treno lo porta in Florida a Jacksonville, una errore che avrebbe caraterizzato i successivi anni della sua vita.
Quando torna a casa qualche giorno dopo, ha scoperto una passione per la strada per il viaggio per gli incontri inaspettati.
Negli anni successivi , viaggia per oltre 50.000 miglia attraverso 46 stati, saltando su treni merci, facendo l’autostop e esplorando ai margini i confini i bordi taglienti della vita…
Nessuna pianificazione, solo istinto, la fotografia: il suo modo di racccontare la crudezza transitoria dell’esistenza.

L’interesse di Brodie per la fotografia inizia quando un amico gli regala una Polaroid SX-70. Dopo aver scattato una semplice foto della sua BMX, rimane affascinato dalla magia della fotografia istantanea. Da lì, diviene The Polaroid Kidd, usando la macchina per catturare momenti della vita sulla strada. Quando diventa difficile trovare pellicole per la SX-70, Brodie passa a una Nikon F3, acquistata per 290 dollari. Armato di questo nuovo strumento, scatta oltre 200 rullini di Kodak Portra, che fa sviluppare in luoghi come Walgreens e WalMart. Negativi graffiati e usurati, proprio come le persone che fotografa: viaggiatori clandestini, punk anarchici e giovani ai margini della società.

Brodie dice: “Corey, Blake, Shannon, Henry, Patrick, Rocket, Soup, Lulu, Brandy, Vanessa, Savannah, Harrison, Alexis, Oliver, Lost, Trinity… Non erano solo persone che incontravo sulla strada, facevano parte della mia vita. Alcune delle donne nelle foto sono ex fidanzate, e alcuni dei ragazzi sono i miei migliori amici. Ho semplicemente fotografato la mia vita.”
La sua connessione intima con i suoi soggetti è evidente nell’emozione grezza delle sue fotografie, molte delle quali ritraggono persone in momenti di tenerezza, stanchezza e sopravvivenza.

Il risultato di questi anni di vagabondaggio e documentazione è “A Period of Juvenile Prosperity”, pubblicato nel 2013 da Twin Palms. Uno sguardo crudo e senza filtri sulla gioventù che vive ai margini, uno degli archivi di fotografia di viaggio americana più imponenti degli ultimi anni. Accolto con grande plauso, nominato uno dei migliori libri fotografici del 2013 da The Guardian, The New York Times e Artforum.

Le immagini di Brodie sono intime ma distanti, catturano libertà, durezza e la strada. Molti dei suoi scatti, aggiungono un senso di urgenza e movimento ai fotogrammi, dando allo spettatore una sensazione di transitorietà di imermanenza.

“Era intuitivo: qualcosa mi diceva che il mondo dei viaggiatori clandestini fosse importante. Sapevo che avevo solo una possibilità di fare queste foto, perché presto sarebbero cresciuti, e così anch’io. Ora non voglio più viaggiare sui treni.”

Un progetto che si inserisce nella tradizione più ampia della fotografia di viaggio americana, accanto a The Americans di Robert Frank, Uncommon Places di Stephen Shore, Sleeping by the Mississippi di Alec Soth, e a libri che hanno fatto la storia della protesta e della contro cultura come On the Road di Jack Kerouac.
Brodie, incarna il rifiuto della vita convenzionale, una ricerca di autenticità e spontaneità. Foto di una generazione che sceglie la sporcizia, il fango e la libertà della ferrovia rispetto alla sicurezza e alla stabilità della società mainstream.

Dopo anni di documentazione della vita dei giovani viaggiatori clandestini, Brodie cambia direzione.
Non si è mai visto come un artista e ha sempre considerato la fotografia più un hobby che una carriera. “Non ho mai davvero voluto essere un artista,” spiega. “La fotografia è sempre stata un hobby e penso che lo sarà sempre.”
Brodie studia diventa un meccanico, scambia la sua fotocamera per attrezzi e macchinari. “Mi piacciono i macchinari, le grandi ruote e i motori,” dice, ha un interesse per le cose che fanno muovere l’America, sia in senso figurato che letterale.

Sebbene i giorni di Brodie sui treni siano ormai passato, le sue foto di A Period of Juvenile Prosperity continuano a parlarci ricche di energia con la potenza della gioventù. Una testimonianza della libertà e del prezzo che si paga per scegliere la direzione della propria vita.
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